Pittore dell'Italia settentrionale, Cassone nuziale, tempera su tavola, primo quarto del
Pittore dell’Italia settentrionale, Cassone nuziale, tempera su tavola, XV sec.

Il cassone può essere definito il primo tipo di mobile conosciuto. La sua storia è di particolare interesse perché rappresentativa dell’evoluzione dell’abitare e della condizione socio-economica dell’uomo. Questo mobile essenziale, già in uso nelle antichissime civiltà Mesopotamiche ed Egizie, deve la sua popolarità al suo valore di oggetto poli-funzionale e alla sua facilità di trasporto. È lo stesso termine “mobile” che ci suggerisce questa sua primitiva funzione.

Origini.

dal-cassone- al-cassettone-museo_egizio_cassaFatta eccezione per quegli oggetti costruiti dall’uomo per soddisfare le sue primarie necessità come: sedie per stare seduti, tavoli per mangiare e letti per dormire, la definizione di “mobile” si riferisce proprio ad un contenitore per conservare e trasportare cibi, suppellettili, abiti, documenti o altri oggetti. Sicuramente il cassone servì a proteggere e conservare i cibi dall’attacco degli insetti e dagli animali, a contenere gli abiti non indossati, a svolgere più agevolmente le operazioni comuni della vita familiare, ma uno degli usi principali del cassone fu sin dall’inizio il contenimento del corredo della sposa.

dal-cassone- al-cassettone-001 Pinax in terracotta (V sec. a. C.) rappresenta la dea che posa un telo piegato in una cassa di legno intagliata
Pinax in terracotta (V sec. a. C.) rappresenta la dea che posa un telo piegato in una cassa di legno intagliata

In alcune tavolette in ceramica offerte come ex voto nel tempietto di Persefone nell’antica città della Magna Grecia Locri Epizefiri (490 e il 460 a.C), i cosiddetti Pinakes Locresi, erano raffigurate scene di vita quotidiana e scene relative al matrimonio dove sono ben visibili vestiti, vari suppellettili e alcuni grandi cassoni di legno chiamati kibotos usati per riporre il corredo e la biancheria della sposa.

Questa antica funzione del cassone dimostra come l’abitare sia conseguenza della formazione della prima forma sociale: la famiglia. Non a caso nel linguaggio corrente è ancora in uso la parola “accasarsi” come sinonimo di “sposarsi” o “ metter su famiglia”.

Cassone Medievale – un mobile tutto fare.

Nel Medioevo, la vita frugale e precaria del periodo, favorì la diffusione del cassone per la sua praticità di contenitore essenziale e la sua facile trasportabilità per portare con se i propri beni in caso di fuga repentina.

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Cassone inglese dipinto XIV sec.

La poli-funzionalità del cassone medievale consentiva che esso potesse fungere da sedile (da questo uso deriva il nome di cassapanca), così come da tavolo, oltre che come contenitore di vestiario, di masserizie o beni preziosi, ma anche da letto di fortuna buttandoci sopra un pagliericcio e addirittura come catafalco durante la veglia funebre o perfino da bara se era necessario.

dal-cassone- al-cassettone-001 Piccola cassa di rovere con rinforzi in ferro periodo medievale Germania 1400 -2
Piccola cassa di rovere con rinforzi in ferro. Germania periodo medievale.

Cassone Rinascimentale – uno status symbol.

Durante il periodo del Rinascimento il cassone arriva ad essere un oggetto di grande valore fino a divenire un vero simbolo di stato sociale. Ogni famiglia, benestante o meno, possedeva un cassone più o meno di bella fattura che faceva mostra di se nella sala di rappresentanza delle case nobiliari.

Giovanni Toscani, Cassone istoriato col Palio di S. Giovanni
Giovanni Toscani, Cassone istoriato col Palio di S. Giovanni.

Nei municipi servivano per contenere documenti, sigilli, insegne dell’autorità di stato e nelle chiese per custodire gli arredi sacri, ma tra le tante tipologie diffuse nel periodo rinascimentale,  il “cassone nuziale” occupò un posto speciale.

Il cassone nuziale rinascimentale.

A Firenze si diffuse l’uso di cassoni semplici detti “foggiati” e altri arricchiti con decorazioni di vario tipo detti “sfoggiati”, quest’ultimi, costruiti a misura su disegno di illustri artisti come Michelangelo o il Pollaiolo, venivano esibiti nel corteo nuziale che accompagnava la donna nella sua nuova casa.

dal-cassone- al-cassettone-002Il cassone veniva realizzato in noce con l’interno foderato in tessuto o cuoio e generalmente le sue dimensioni in lunghezza variavano da 160 a 180 cm, così che i lunghi vestiti e gonne del periodo potevano essere depositate senza essere piegate, mentre per poter raggiungere il fondo con relativa facilità, l’altezza non era più di 40 o 50 cm.

Nella Firenze Rinascimentale per le famiglie agiate lo sposalizio dei figli rappresentava un importante affare dove alleanze politiche e ricchezza prevalevano sull’amore e fondamentale per il buon fine di questo contratto era la dote portata dalla moglie al marito. Una parte di essa era impiegata per acquistare i mobili inclusi i cassoni destinati al corredo della sposa. Gli sfoggiati venivano commissionati dallo sposo all’artigiano che per la loro realizzazione corrispondeva alla corporazione una tassa speciale.

Giovanni di Ser Giovanni, lo Scheggia (1406-1486)
Giovanni di Ser Giovanni, lo Scheggia (1406-1486)

La decorazione pittorica fu congeniale per ornare questi cassoni. Le narrazioni dipinte sulle fiancate dai più celebri pittori del periodo, avevano il compito di intrattenere ed educare gli sposi. I temi, sempre dipinti a tempera, erano: ritratti degli sposi, novelle del Decamerone, episodi di vita amorosa e virtuosa, allegorie mitologiche, cortei nuziali, scene di vita reale e ideale. riquadrati entro partiture a rilievi in pastiglia o entro fregi architettonici.

dal-cassone- al-cassettoneAlcuni degli artisti che firmarono le opere di grandi ebanisti con le loro opere pittoriche furono: Paolo Uccello, Sandro Botticelli, Antonio Pollaiolo, Domenico Ghirlandaio, Jacopo del Sellaio e Filippo Lippi.

Per tutto il Cinquecento e oltre il cassone rimase un mobile di utilizzo comune, ma successivamente altri mobili lo sostituirono nelle funzioni pratiche ed esso mantenne la sola funzione di rappresentanza. Ciò nonostante, il cassone continuò ad essere uno dei mobili più diffusi fino ai giorni nostri dove, il suo utilizzo come custodia delle doti di nozze permane ancora soprattutto nei paesi mediterranei.

Il Cassettone.

Dal cassone deriva direttamente il cassettone, uno dei primi “mobili chiusi” definito e compiuto nella sua forma architettonica. Dal cassone, questo mobile, ereditò la funzione di contenitore per la biancheria e gli accessori da toilette.

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Cassettone-ligure con decorazione a bambocci. Italia 1600

Il cassettone a due, tre o più cassetti, capiente e robusto con grandi dimensioni, struttura massiccia, e forme che vanno dal rettangolare al trapezoidale, comparve per la prima volta nel Cinquecento.

In Italia, verso la fine del Seicento, furono prodotti grandi cassettoni molto elaborati con complicati ornamenti tipici del periodo. Questi per la loro preziosità divennero tipici arredamenti delle sale di rappresentanza non più relegati a mobili d‘uso quotidiano.

Il Cassettone Veneziano.

Nel Settecento, l’affermarsi di un ebanisteria attenta a forme più morbide e leggere, trasforma il cassettone in un elemento d’arredo più intimo e funzionale. Durante questo periodo il cassettone veneziano si impose per l’armonia delle sue morbide curve e per le esili gambe che reggono corpi rigonfi.

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Cassettone Veneziano

Per i ricchi ed i potenti di quest’epoca che si abbigliavano in maniera vistosa e lussuosa, ma avevano un’idea discutibile dell’igiene personale, furono creati da fantasiosi ebanisti cassettoni a sette cassetti (settimino) più idonei al contenimento della biancheria da indossare giornalmente, visto che era diffusa la convinzione che un frequente cambio di camicie e biancheria fosse sufficiente alla propria igiene.

 

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