
Parlare di legno come materia eco-compatibile può apparire contraddittorio poiché gli oggetti che si realizzano con questo materiale, si possono ottenere solamente abbattendo gli alberi che popolano il pianeta. Va precisato che oggi l’uomo possiede le conoscenze utili per uno sfruttamento ecocompatibile delle risorse naturali, sapendone distinguere la loro naturale produttività dalla deforestazione selvaggia.

Sulla natura ecologica del legno.
Quando Egon Glesinger introdusse le Foreste e i Prodotti Forestali nella FAO , lo fece considerando il legno come materia prima universale grazie ai seguenti fattori:
- il legno grezzo o trasformato, può soddisfare quasi tutti i bisogni dell’uomo;
- il legno è abbondante, visto che le foreste ricoprono una parte consistente della superficie terrestre;
- la produzione del legno proviene, almeno in linea teorica, da una fonte inesauribile come boschi e foreste che possono produrlo indefinitamente.
Per godere di questi vantaggi bisogna rispettare una condizione fondamentale: il legno deve essere ricavato dai boschi in modo sostenibile.
La natura ecologica del legno, oltre che nella rapida rinnovabilità delle fonti di approvvigionamento, trova riscontro nella sua completa biodegradabilità. Non solo, la sua stessa lavorazione produce emissioni inquinanti molto ridotte. Per la trasformazione del legno in materiale semilavorato occorre una minor quantità di energia rispetto a quasi tutte le altre materie prime conosciute.
Materiale eco-compatibile.
Sappiamo come il cambiamento climatico è imputabile per circa il 60% alle emissioni di biossido di carbonio (CO2) determinate dall’attività umana. Il consumo di combustibile fossile ne è la causa principale, di conseguenza, per stabilizzare le concentrazioni di gas serra, sarebbe necessaria una riduzione del consumo energetico. Questo purtroppo, come è dimostrato dalla mancata attuazione del trattato internazionale Kyoto, mal si concilia con lo sviluppo consumistico della società.
La produzione dei segati di legno prevede un consumo di circa 200 kWh/mc, pochissimo se paragonato ai 85.000 kWh/mc necessari per la produzione di semilavorati di alluminio.
Oltre di minor costo, la trasformazione e la produzione del legno, ha un impatto ambientale ben più inferiore.
Considerate queste doti di eco-compatibilità, il consumo del legno sarebbe da preferire rispetto alle altre materie prime, a patto di attuare opportune politiche di salvaguardia delle risorse forestali.
Il ruolo delle foreste nella salvaguardia dell’ambiente.
Le foreste svolgono un ruolo significativo nel fronteggiare l’emergenza planetaria dei cambiamenti climatici. Boschi e foreste, oltre a costituire l’habitat ideale per tanti organismi vegetali e animali, proteggono la stabilità geologica delle pendici montane, regolano il ciclo dell’acqua, dell’umidità atmosferica e del clima.
Favorendo la rimozione del carbonio dall’atmosfera, contribuiscono a mitigare il ciclo delle alterazioni del clima in misura notevole e quindi a ridurre l’emissione dei gas serra.
Il biossido di carbonio CO2, se pur dannosissimo per l’atmosfera, rappresenta il nutrimento principale degli alberi. Attraverso la fotosintesi clorofilliana, gli alberi la catturano nell’aria ed unendola all’acqua assorbita dal suolo, ne ricavano la loro fonte di crescita.
In questo processo gli alberi immagazzinano il CO2 nel legno dei loro grandi fusti e restituiscono ossigeno, elemento fondamentale per la vita animale sul nostro pianeta.
Perché preferire mobili in legno.
Il legno potrebbe svolgere un ruolo fondamentale, nella riduzione del CO2 nell’atmosfera. Sostituirlo ai materiali la cui produzione richiede grandi quantità di energia, come l’acciaio, l’alluminio, il calcestruzzo o la plastica sarebbe un bene per l’ambiente.
Tra l’altro, la CO2 immagazzinata negli anni dagli alberi continuerà ad essere trattenuta grazie ai prodotti fabbricati col legno che anche alla fine della loro vita possono essere riciclati e riutilizzati.
Incentivare e aumentare l’utilizzo mobili in legno eco-compatibile è un modo semplice di ridurre il cambiamento climatico.
Produzione eco-sostenibile.
In epoche remote, in quanto luoghi di culto, i boschi e le foreste venivano rispettati e in qualche caso anche temuti dall’uomo. Con la crescente richiesta di legname, dovuta ad insediamenti umani sempre più grandi, le foreste sono diventate oggetto di uno sfruttamento massiccio.
Uno sfruttamento di tali risorse coscienzioso può generare un consumo e una produzione del legno più responsabile.
Il consumo del legno responsabile è oggi una prerogativa irrinunciabile. Sarebbe auspicabile una produzione del legno eco-sostenibile attraverso piantagioni in cui è stabilito un equilibrio tra taglio e piantumazione degli alberi. Si tratta di non usare le foreste come delle miniere dalle quale estrarre fino all’esaurimento quanto occorre, ma piuttosto, come risorse rinnovabili.
Cosa significa la sigla FSC?
L’ente internazionale indipendente Forest Stewerdship Council, che riunisce proprietari forestali, industrie, scienziati, tecnici nonché gruppi ambientalisti come Greenpeace, è preposto alla certificazione delle produzioni che applicano criteri di salvaguardia: dal rispetto dei diritti della popolazione indigena dove sono situate le foreste, all’applicazione di piani di gestione per ridurre l’impatto ambientale.
Elementi di criticità.
Rispetto alla sostenibilità ambientale, esistono tuttavia alcuni punti critici nell’impiego del legno massello. Essi riguardano:
- La scelta della specie legnosa. Questa andrebbe fatta selezionando quelle a basso impatto ambientale.
- L’uso dei collanti, dei trattamenti preservanti e dei trattamenti di finitura superficiale del legno. Questi vanno scelti fra quelli che non contengono (o se le contengono in quantità minime) sostanze definite comunemente Composti Organici Volatili che arrecano gravi danni alla salute dell’uomo. Tra queste sostanze spicca la formaldeide, un gas pungente emesso da adesivi e prodotti a base di urea-formaldeide impiegati nella fabbricazione di compensati, paniforti e truciolati.
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