manierismo

Della produzione mobiliera del Manierismo colpiscono l’infinita varietà di materiali pregiati impiegati per la realizzazione di un singolo manufatto e la ridondante decorazione scultorea dalle forme antropomorfe. In una tendenza ad ornare la mobilia con decori affollati, armadi, letti e cassoni presentavano figure di mascheroni, arpie, cariatidi. Con il Manierismo si prediligono forme inusuali, gli elementi decorativi scultorei sono ad alto rilievo. Il motivo ornamentale “a grottesche” è predominante.

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Tavolo Farnese.

Altro elemento fortemente caratterizzante dei mobili di questo periodo fu l’impiego di materiali preziosi con uno sfarzo mai visto prima. La tecnica dell’incrostazione, introdotta nel’arte orafa del Cinquecento, soppiantò l’intarsio ligneo nei mobili preferendovi tarsie in acciaio, madreperla e avorio.

Il culmine di questa tecnica si raggiunse a Firenze con la mobilia impreziosita da pietre dure, come il tavolo Farnese oggi conservato al Metropolitan Museum.

Origine della corrente artistica.

Il Manierismo nasce intorno ai primi anni del 1500 quando diversi artisti, soprattutto pittori, da Firenze si spostarono a Roma. Questi ebbero come riferimento per le loro opere il linguaggio di artisti sublimi come Leonardo, Michelangelo e Raffaello, di cui offrivano una loro personale rielaborazione. Per questi artisti liberarsi dalle strutture tecniche e stilistiche dei maestri del Quattrocento non fu semplice e come spesso accade, il loro rompere con la tradizione fu visto in modo negativo.

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Ratto delle Sabine – Giambologna

Nel Seicento, il termine “maniera”, usato da Giorgio Vasari per indicare lo stile sublime degli artisti rinascimentali, assunse una connotazione negativa. Con il termine “Manierismo” si criticava agli artisti la mancanza di creatività e di uno stile personale e l’eccessivo artificio nelle posizioni e negli atteggiamenti delle figure complesse al punto da rendere difficile la comprensione del soggetto.

Questa tanto criticata ricerca di artificio e al tempo stesso di eleganza, grazia e rapidità, trova la sua espressione in una delle forme più caratteristiche del linguaggio manierista: la figura serpentinata. Un modo di rappresentare il corpo umano in un complicato gioco di membra piegate in modo innaturale senza esservi traccia dello sforzo compiuto sul volto del personaggio raffigurato.

Diffusione del Manierismo.

La corrente manierista, diffusasi in Italia, giunse alla corte francese di Francesco I a Fontainebleau, dove operarono numerose maestranze italiane. Da qui si diffuse nell’intera Europa, assumendo caratteri internazionali mai raggiunti dal Rinascimento.

Il Manierismo può essere considerato il terreno fertile in cui nacque e si sviluppo il Barocco con le sue linee mosse e sovraccariche.

Nuove tipologie di mobili.

 

Camera da letto.

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Armadio attribuito a Hugues Sambin.

Si diffonde il letto con baldacchino sorretto da quattro colonne decorate.

L’armadio, monumentale e gigantesco, come buona parte dei mobili manieristi, si caratterizza per la sproporzione tra decorazione e il resto del mobile.

Il cassone, scolpito e intagliato, perde la sua funzione di contenitore per gli abiti. Rimpiazzato dall’armadio, il cassone, vive in questo periodo la sua ultima stagione.

Libreria e divano.

Grazie alla grande diffusione dei libri stampati, le librerie entrarono a pieno titolo nell’arredo domestico. Nello stesso periodo, cominciava a prendere forma compiuta il divano, introdotto in Occidente dalla cultura ottomana e prima d’allora praticamente sconosciuto.

Lo stipo.

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Stipo monetiere a bambocci realizzato in legno e radica di noce intagliato e scolpito. Genova, XVII secolo.

Introdotto alla fine del 500, lo stipo veniva adoperato per contenere monete e piccoli oggetti preziosi. Questo tipo di mobili era realizzato in legno di ebano e ornato con pietre dure.

Le ante, in particolare, sono spesso eseguite ad intarsio con i materiali più disparati: tartaruga, avorio, gemme o metalli preziosi.

All’interno, ci sono cassettini, piccole colonne e bassorilievi.

Il successo di questo tipo d’arredo da origine ad un artigianato specializzato. Lo stipettaio nel Settecento diverrà addirittura ancora più importante dell’ebanista.

I più ricercati sono gli stipi realizzati ad Amburgo. In Italia sono famosi quelli della produzione mobiliera ligure detti stipi a bambocci. Questi erano caratterizzati da pilastrate interamente ricoperte da figurine ad altorilievo.

Tavoli.

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Tavolo a quattro gambe bolognese.

Una nuova tipologia fu il tavolo da centro, cioè visibile da ogni lato, il cui piano era di solito in commesso di pietre di diversa venatura e colore. Una tecnica che ebbe in questo periodo grande successo.

I tavoli da banchetto erano ancora semplici e smontabili, coperti con tovaglie ricamate. Verso la fine del Cinquecento, in Emilia e in Toscana, il tavolo a quattro gambe fece la sua comparsa. Questo aveva le quattro gambe tornite, legate in basso da traverse perimetrali. In alto sulle assi che compongono la fascia sotto il piano, spesso rifinite da un bordo modanato, poggia il piano costituito da un’unica asse la cui connessione è assicurata da chiodi di ferro, infissi direttamente dal piano sulle teste delle gambe e lasciati a vista.

Seggiolone.

In questo periodo cominciò la produzione di un nuovo tipo di seduta: il seggiolone, la cui maggior diffusione si ebbe però durante il Seicento.

Il seggiolone ha un sedile impostato su quattro gambe squadrate. Quelle posteriori si prolungano in montanti che reggono lo schienale e quelle anteriori nei sostegni dei braccioli. Lo schienale era costituito da un rettangolo di tessuto o cuoio fissato con grossi chiodi borchiati. La comoda seduta è costituita da uno strato di paglia fra due tele di iuta e rivestita di stoffa o di cuoio.

Talvolta le gambe anteriori erano unite da una traversa intagliata, posta più in alto delle traverse laterali.

Gli esemplari di maggior pregio portavano, sulla sommità dei montanti dello schienale, elementi decorativi intagliati come fiamme, sfere, pigne, teste di putti.

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