Peculiarità principale della produzione dei mobili in stile eclettico, florida in tutta Europa dalla metà alla fine dell’Ottocento, fu il gusto per il “revival”. Nello stile eclettico erano combinati tra loro, spesso in modo incoerente, stili e riferimenti epocali diversi. L’aglosassone stile nazionale Gothic Revival fu precursore dei mobili eclettici che trovarono la consacrazione nel 1851 con la Great Exhibition di Londra dove riscossero il favore del pubblico, ma anche delle Accademie Artistiche. La diffusione della moda del mobile eclettico fu possibile grazie alla globalizzazione del mercato del mobile attraverso l’esposizioni universali.

Interno del Palazzo di Cristallo, durante la grande Esposizione Universale di Londra, nel 1851

L’epoca delle grandi esposizioni.

Padiglione Indiano alla grande Esposizione Universale di Londra del 1851

Nella vastissima area espositiva dell’Esposizione di Londra per la prima volta erano esposte merci di ogni tipo e paese. I mobili esposti tendevano ad esaltare la storia e la cultura della nazione di provenienza: i produttori Francesi proponevano arredi che riecheggiavano i fasti della corte di Versailles, mentre i mobili Italiani erano basati sulle reminiscenze del Rinascimento e del Barocco italiano.

Gothic Revival e le radici dello stile eclettico.

Lo Stile Neogotico originò interi arredi ispirati al repertorio iconografico gotico come era già avvenuto nel 1750 in occasione dell’ampliamento della villa di Strawberry Hill, nei pressi di Londra.

Fu grazie alla cultura romantica che, contrapponeva il “sentimento” alla “ragione” dell’Illuminismo, che venne rivalutata l’architettura gotica sulla quale gravava una critica negativa.
In terra anglosassone, dove lo stile gotico aveva continuato a svolgere la propria influenza fino a tutto il Cinquecento, il Gothic Revival venne adottato come stile nazionale e impiegato per la ricostruzione del Palazzo del Parlamento, distrutto da un incendio nel 1834. Le contaminazioni rinascimentali dello stile Neogotico saranno all’origine delle future correnti dell’eclettismo.

Tendenze stilistiche eclettiche di successo.

In Inghilterra, già patria dello stile Neogotico, sotto il regno della Regina Vittoria, lo stile Regency si era trasformato in uno stile che combinava elementi di epoche precedenti. Vastissima fu la produzione di mobili eclettici di questo periodo definiti in Stile Vittoriano, grazie anche alla fabbricazione meccanica di mobili poco costosi e di bassa qualità artistica. Grande, ad esempio, fu l’uso dei metalli per la costruzione di letti e mobili da giardino.

Le tendenze stilistiche eclettiche di successo furono tante, tra queste vanno citati il Neorococò e lo Stile Neorinascimentale Italiano che ebbe grande successo internazionale per la qualità e il livello di finiture di aziende come la Manifattura Casalini di Faenza.

Forti furono anche gli influssi dell’arte orientale e si diffusero anche arredi rivestiti in papier-maché ebanizzato, impreziositi da incrostazioni in madreperla, osso o avorio.

Rimanendo in Italia, il mobile siciliano ebbe particolare rilevanza l’opera di alcuni ebanisti Palermitani, che produssero mobili in stile eclettico sui temi cari alle mode del continente e che stupirono per la libertà creativa talvolta eccentrica.

Su questa eredità si fonderà il grande successo delle produzioni locali in Stile Liberty del nuovo secolo.

Stile Secondo Impero (Francia dal 1848 al 1870).

Ascrivibile a pieno titolo agli stili Eclettici, fu la mobilia prodotta in Francia con lo stile denominato Secondo Impero, la cui portata fu molto significativa.

L’autocelebrazione della rinnovata potenza francese spinse alla preferenza per la qualità e per la perfezione tecnica che aveva contraddistinto la produzione Luigi XVI e Neoclassica. Le nuove tecnologie disponibili e i costi più bassi di materiali un tempo pregiatissimi, resero tutto più facile. Le pregiate essenze lignee esotiche come il palissandro o l’ebano tornarono a impreziosire ogni tipologia di mobile grazie a lamine dagli spessori davvero minimi; le casse dei mobili, ora costruite serialmente in migliaia di esemplari, avevano montanti in faggio e fondi in lamellare o panforte. Perfino gli elaborati intarsi o la marchetteria non sfuggivano alla produzione seriale meccanizzata. Anche gli ornamenti bronzei ormai erano sostituiti da pezzi stampati e dorati mediante il procedimento di galvanostegia inventato nel 1844.

Nonostante l’industrializzazione poté realizzare l’antico sogno illuminista della produzione allargata ad ogni ceto sociale, le botteghe di ebanisti ancora riescono a prosperare. Essi realizzano in bottega mobili dalle tendenze tardo-settecentesche e Rococò, molto apprezzate dal pubblico. Questi erano eseguiti come copie pedisseque oppure ideate di fantasia.

Accanto alle copie fedeli di arredi del passato, si diffuse una grandissima quantità di prodotti che mescolavano svariati elementi di più stili nell’illusoria convinzione di riuscire a superare le opere dei secoli precedenti. Ad esempio tra le produzioni di questi pur valenti artigiani vi furono alcuni mobili di carattere aulico intarsiati in stile Boulle.

Questa moda in verità era già in auge ai tempi di Luigi Filippo che ne commissionò un gran numero nel 1837 da destinare al Palazzo di Versailles. Moda che continuò evidentemente visto la grande presenza di questa tipologia nei cataloghi degli ebanisti attivi in questo secolo.

Queen Anne Style End Table

Gli stili prescelti per la realizzazione di cassettoni furono il Luigi XV e soprattutto il Luigi XVI. I primi erano riconoscibili per la loro forma bombata a doppia mossa sia sui fianchi che sul fronte. Erano provvisti da due o tre cassetti e posti su sostegni alti protetti da sabot in bronzo cesellato e dorato al mercurio. Quelli Luigi XVI presentavano forme più lineari con due cassetti e mezzo o tre. Erano intarsiati con impiallacciature geometriche o motivi floreali e bronzi meno vistosi rispetto ai precedenti. Entrambi i modelli erano completati da piani in marmo.

Diffusione dello stile.

In Inghilterra durante questo periodo ebbe una certa ripresa dello stile Queen Anne. In Italia lo Stile Napoleone III ebbe dapprima deboli effetti nei mobili rifatti secondo i modelli del Rinascimento Toscano e del Barocco Romano. Solo nei primi decenni del Novecento trovò successo commerciale il mobile “alla francese”.

Nonostante le produzioni di massa in stile eclettico fossero di basso profilo tecnico-estetico, spiccarono comunque alcune eccellenze produttive come il fabbricante di sedie Michael Thonet, che già nel 1830 aveva inventato un metodo che permetteva di curvare a piacimento legni e compensati di rovere con il vapore acqueo, ottenendo manufatti di bella linea, leggeri e a costi risibili.

Il superamento dei gusti storicisti dello stile eclettico cominciò a verificarsi solo nell’ultimo ventennio del secolo con lo Stile Floreale e il movimento delle Arts and Crafts che predicava il ritorno alla esecuzione artigianale dei mobili.

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