Rivestimenti e tessuti per arredamento sono impiegati nell’arte della tappezzeria per confezionare tendaggi, rivestimenti parietali, divani e poltrone di ogni tipo. Ne esistono tantissimi e tutti con caratteristiche diverse tra di loro. Conoscere le loro caratteristiche è utile per comprendere qual’è quello più adatto alle vostre esigenze e al vostro arredamento.
Tipologie di tessuti per arredamento.
I tessuti per arredamento sono molto diversi dai tessuti utilizzati per l’abbigliamento. Essi sono realizzati per poter soddisfare esigenze sia funzionali che estetiche. Cioè avere durata, resistenza allo scolorimento ed essere semplici da pulire, e contemporaneamente, devono soddisfare esigenze di stile e di gusto. Per tale motivo i produttori, nel tentativo di conciliare aspetti tecnici ed estetici, offrono una grandissima scelta di filati.
I tessuti per arredamento possono essere: in fibra naturale (vegetale o animale); in fibra artificiale, cioè prodotta con procedimenti artificiali partendo da sostanze di origine naturale; in fibra sintetica, vale a dire prodotta attraverso processi di sintesi chimica.
Tessuti in fibra naturale.
Tra le fibre naturali più adoperate vi sono: il cotone e il lino, entrambi di origine vegetale; la lana e la seta invece sono di origine animale. La produzione dei tessuti di origine vegetale rappresenta il 40% della produzione ed è quella che risulta essere maggiormente eco-compatibile perché impiega un minor consumo energetico e di un minor impiego di prodotti chimici rispetto alle altre fibre.
Il cotone.
Quella di cotone è la più importante e usata fibra vegetale. Conosciuta e usata da millenni, si estrae dalla lanugine che ricopre i semi di varie specie di Gossypium, ognuna delle quali fornisce qualità di cotone diverse.
La lunghezza delle fibre determina la qualità del tessuto, più lunghe sono più resistente, morbido e confortevole, sarà il tessuto che se ne ricava. La qualità migliore è il Cotone Sea Island prodotto nell’America settentrionale, ma anche ottimo è il Cotone d’Egitto dal colore rosato. Mentre il peggiore è il Cotone Indiano la cui fibra molto corta non è utilizzabile per la tessitura.
Pro
- Produzione a basso impatto ambientale dal costo conveniente.
- Discretamente traspirante, favorisce l’evaporazione dell’umidità assorbita e mantiene il calore corporeo.
- Resiste bene alla rottura se sottoposto a tensione, resistenza che aumenta se bagnato.
- Molto resistente all’usura, a lavaggi, candeggiature e stirature, per cui è particolarmente adatto alla biancheria da bagno e da letto.
- Buona tingibilità.
Contro
- Pochissima resistenza agli acidi;
- Scarsa elasticità e alto grado di restringibilità, sgualcibilità, ma comunque meno del lino.
- Stinge e si rovina con i lavaggi frequenti e l’esposizione ai raggi solari.
- Può favorire l’annidamento di muffe e batteri, tuttavia specifici trattamenti rendono il cotone ingualcibile e resistente a muffe e batteri.
Estremamente versatile, dal cotone si ricava dalla spugna per gli asciugamani da bagno, al denim per i jeans, ma anche filati molto resistenti per i rivestimenti di divani e per i tappeti.
Per il suo basso costo di produzione e per la sua capacità di assorbire perfettamente ogni tipo di colorazione il cotone è uno tessuti per l’arredamento maggiormente usato. Consigliato a chi cerca un tessuto naturale poco costoso.
È bene, prima del suo impiego, sottoporlo ad un prelavaggio per prevenire restringimenti successivi.
Il lino.
La fibra di lino è un prodotto di origine vegetale antichissimo che si ottiene dallo stelo della pianta Linum usitatissimum.
Il filato tessuto dalle fibre è resistente, ma poiché subisce un processo di sbianca in soluzioni di candeggina che ne indebolisce la struttura, risulta alla fine meno resistente del cotone.
Il processo produttivo è costoso e la resa dei raccolti bassa. La qualità migliore è prodotta in Francia, Olanda, Romania e Russia.
Pro
- Fibra morbida e flessibile più liscia del cotone.
- Aspetto serico e più brillante, dovuto alla presenza di cere e grassi contenute insieme alla cellulosa.
- Migliore conducibilità termica rispetto al cotone, lascia una gradevole sensazione di freschezza che rende questa fibra adatta soprattutto nei climi più caldi.
- Molto traspirante,ha un’ottima capacità di assorbire l’umidità, proprietà che lo rende particolarmente indicato per stare a contatto con la pelle. In particolare la biancheria da letto in lino offre un fresco e igienico riposo grazie anche alle sue doti antistatiche ed anallergiche.
- Alta resistenza alla stiratura e alla bollitura, se di buona qualità, può essere lavato infinite volte, senza rovinarsi e ingiallirsi.
- Buona tingibilità. I filati di lino possono essere tinti e stampati molto bene.
Contro
- minore elasticità rispetto al cotone;
- non tollera i trattamenti con la candeggina;
- gualcisce più facilmente del cotone alla minima piegatura;
- produzione di maggior costo.
I filati di lino possono essere tessuti in molti modi: damasco, jacquard e velluto. Il comfort e la freschezza sono i motivi per il loro utilizzo nella biancheria di casa e come tessuti per l’arredamento. Nei tendaggi e negli arredamenti dall’aspetto naturale ed elegante è particolarmente apprezzata la sua semi-trasparenza che mette in luce la trama.
Se soffrite di allergie agli acari o alle muffe, è una buona idea optare per rivestimenti in lino, che non raccolgono polvere, muffe e batteri.
La canapa.
La canapa è una fibra economica, spessa e ruvida, che si ottiene dalla lavorazione delle piante di canapa. I filati di questa fibra sono meno sottili di quelli del lino, ma più resistenti e rigidi, adatti per tessuti più grossolani.
Pro.
- Resistenza alla rottura e tenacità superiori a qualsiasi fibra naturale.
- Buon isolante termico ed acustico, ideale per mantenere il microclima interno delle abitazioni.
- Protegge dai raggi infrarossi e dagli UVA
- Antistatica e anallergica è resistente allo sporco, muffa, parassiti e funghi.
Contro.
- Rigida e rustica questa fibra è sconsigliata per la biancheria da letto e da bagno e per tessuti fini.
Economica ed estremamente ecologica, è una fibra apprezzatissima dagli ecologisti usata soprattutto per confezionare tende, solidi rivestimenti di divani, e per tappeti.
Il suo aspetto “ruvido” e naturale la rende ideale per gli arredamenti country e shabby-chic, ma anche per interni moderni con tocchi retrò.
Organdi e organza.
Tessuti molto leggeri e trasparenti, impiegati per il confezionamento di tendaggi che lasciano filtrare la luce, sono quelli provenienti da un importante centro tessile del Turkestan: la città di Organzi.
A seconda della fibra impiegata, cotone o seta insieme ad alcune fibre sintetiche, si distinguono i tessuti di organdi ed organza. Entrambi si prestano ad essere tinteggiati, stampati, ricamati, o pieghettati. La raffinatezza di questi tessuti per l’arredamento è utile per ambienti eleganti.
La lana.
La lana è una fibra naturale di origine animale ottenuta dal pelo di diverse razze di pecora domestica. Alcuni tipi di lane si ricavano anche dal pelo di diversi mammiferi affini alla pecora (coniglio, cammello, capra ecc…) Le lane sono tanto più pregiate quanto più le fibre risultano sottili e lunghe come quelle ricavate dalla razza Merinos.
La dicitura pura lana vergine indica la lana nuova di tosa; quando manca questa specifica, viene utilizzata della lana rigenerata, ottenuta dalla lavorazione di panni o scarti industriali. Invece il lambswoll viene ottenuto dalla prima tosatura di un agnello e le cui fibre ondulate e poco resistenti risultano molto morbide e quindi pregiate.
Le varietà di lana sono numerosissime e dipendono dal tipo di animale, dalla zona del corpo dell’animale da dove viene tosata e dal tipo di lavorazione. Le tante varietà di lana esistenti si classificano in base alla finezza, alla lunghezza, al colore ed alla lucentezza:
- Il cashmere, ottenuto dalla lavorazione del pelo della capra tibetana, è un tessuto meno tenace della lana di pecora, ma pregiato perché leggero e molto morbido, non soggetto a fenomeno di pilling, infatti è utilizzato per la confezione di capi di lusso.
- Il camel hair, ottenuto dalla lavorazione del sottopelo del cammello, possiede una tenacità superiore a quella della lana e si distingue per i suoi colori naturali dal beige al bruno.
- La lana mohair è ottenuta dal pelo della capra d’Angora. Ha caratteristiche simili alla lana, con fibre abbastanza lunghe, fini e con maggiore tenacità, minore allungamento e minore tendenza all’infeltrimento.
- L’alpaca si ricava dal vello del lama e si usa per fabbricare tessuti misti di cotone e lana adatti soprattutto per le giacche e di tessuti tipo loden.
- Il pelo di vigogna è una fibra di pregio che si ricava dal lama vicuña. Lucente e morbida con resistenza simile a quella della lana questa fibra ha gli stessi impieghi dell’Alpaca.
Pro
- Ottima capacità termoisolante, sia dal freddo che dal caldo. La lana ha una bassa conduttività termica ed agisce quindi come un buon isolante in quanto trattiene un notevole volume di aria e per questo motivo gli indumenti di lana hanno la capacità di mantenere il corpo ad una temperatura quasi costante.
- Capacità di assorbire umidità e notevoli quantità di acqua.
- Grande resistenza all’usura e scarsa infiammabilità. A contatto col fuoco si carbonizza lentamente.
- Elevata elasticità, si sgualcisce molto raramente.
- Buona resistenza ai solventi organici e quindi ai lavaggi a secco.
- Antistatica e resistente a muffe e batteri.
Le fibre di lana in seguito a ripetuti lavaggi tendono a saldarsi e compenetrarsi dando luogo al fenomeno dell’infeltrimento. Per limitare questo inconveniente si ricorre a trattamenti antinfeltrenti a base di particolari agenti chimici.
Contro
- Può essere attaccata dalle tarme.
- Si ingiallisce se esposta alla luce del sole.
- Asciuga lentamente quando lavata.
- Scarsa tenacità.
- Si restringe con il lavaggio e si deforma con l’uso non corretto.
- L’alta temperatura, i lavaggi frequenti, lo sfregamento, e il sapone tendono ad infeltrirla
In relazione a queste proprietà le condizioni più idonee di lavaggio si raggiungono utilizzando detergenti neutri o debolmente acidi, con la minor azione meccanica possibile, ad una temperatura inferiore a 35° C. Al termine del lavaggio, va sciacquata bene in acqua fresca, senza strizzarla e possibilmente poggiandola su un panno, lasciando che si asciughi lontano da fonti di calore e non esposta ai raggi solari.
La lana viene impiegata, pura o con altre fibre anche sintetiche, in molti campi del tessile e dell’arredamento. Il calore è la qualità principale di questo tessuto indicato per “scaldare” gli ambienti anche dal punto di vista visivo.
La seta.
La seta, fibra antica e preziosa, ha origini vecchie di almeno cinquemila anni. Fibra di origine animale ottenuta dalla lavorazione dei bozzoli dei bachi da seta, ovvero il bruco del Bombice del gelso (Bombyx mori).
A seconda della lavorazione può essere più o meno liscia e lucida. La seta cruda e la seta addolcita sono più ruvide, mentre la seta cotta è lucidissima e morbida.
Robusta, nonostante lo spessore ridotto, questa fibra è molto leggera ed elastica.
Con 200.000 tonnellate annue, la Cina è il maggiore produttore. In questo paese sono impiegati anche i bozzoli di altri insetti per realizzare un filato, bello ma meno pregiato, che prende il nome di “Tussah”.
Pro
- Elevata tenacità (3 volte quella della lana).
- Buona elasticità (20% circa di allungamento).
- Elevata igroscopicità. Può assorbire umidità sino al 30% del suo peso secco.
Contro
- Il tessuto che si ricava da questa fibra è molto delicato.
- Poco traspirante.
- Poco resistente allo strofinamento.
Si tratta di un tessuto delicato quindi attenzione a:
- a macchiarla con profumi e deodoranti;
- non candeggiatela e non lavatela in lavatrice, lavate a secco o a mano, sciacquandola in acqua fredda;
- sopratutto non stiratela a temperature elevate.
Brillante e morbido al tatto, questo tessuto, nelle varianti più pregiate, è impiegato esclusivamente nella confezione di capi di biancheria di lusso.
La seta è spesso utilizzata per impreziosire con le sue caratteristiche altre fibre meno pregiate. Sotto forma di raso di seta, velluto di seta, broccati e damaschi, è usata per tende, rivestimenti e tappezzerie di ambienti ricercati e lussuosi.
Tessuti in Fibre Artificiali.
Dalla trasformazione chimica di materie prime di origine naturale come la cellulosa di origine vegetale o alcune proteine animali, sono ottenute le fibre artificiali. Le soluzioni chimiche di tali materiali sono fatte coagulare e ridotte meccanicamente in fili più o meno lunghi.
I tessuti artificiali generalmente assorbono molto l’umidità e faticano ad asciugare, ma sono più traspiranti e antistatici di quelli sintetici.
Rayon Viscosa.
Dalla dissoluzione della cellulosa in soda caustica è ottenuto per estrusione il filato di Rayon Viscosa, una fibra dall’aspetto brillante che viene spesso mescolata al cotone.
La viscosa ha una lucentezza serica ed è caratterizzata da un elevata igroscopicità e scarsa elasticità. Essendo un tessuto artificiale viene ignorata dalle tarme.
Presenta una buona resistenza al ferro da stiro, ai solventi organici ed al candeggio, ma tende a gualcire facilmente. Quando lavata in acqua è soggetta al restringimento, si consiglia quindi di lavarla a temperature delicate, senza centrifuga e senza ammorbidente.
Il tessuto di Viscosa si presenta morbido al tatto e può imitare l’aspetto della lana, della seta o del cotone, a seconda del tipo di lavorazione a cui è sottoposta. È adoperata prevalentemente per i tendaggi.
Acetato.
Dalla reazione della cellulosa con acido acetico si ottiene l’acetato, una fibra dall’aspetto lucido che al tatto somiglia alla seta, ma è più pesante e, a differenza di questa, è facilmente infiammabile.
Il tessuto di acetato si presenta fluido, ed elastico. Non gualcisce e non è attaccato dalle tarme. È facile da tingere, non stinge e non si restringe durante il lavaggio.
Purtroppo però, essendo un materiale elettrostatico, non respinge la polvere, e non sopporta bene le sfregature.
Prodotto sia in filo che in fiocco e molto usato sia nell’abbigliamento che nell’arredamento.
Questa fibra essendo solubile nei solventi organici, non può essere lavata a secco. Indicato il lavaggio a mano a basse temperature e la stiratura solo se strettamente necessaria. Se viene smacchiato con prodotti contenenti acetone, il tessuto di acetato può letteralmente sciogliersi.
Tessuti in fibra sintetica.
Le fibre sintetiche sono prodotte partendo da sostanze provenienti generalmente dall’industria petrolchimica le quali vengono trasformate attraverso processi chimici detti di polimerizzazione. Il polimero ottenuto diviene fibra in seguito alle operazioni di filatura e di stiro.
A seconda delle molecole (monomero) utilizzate nel processo di sintesi si ottengono fibre di diverso tipo: polipropileniche, poliammidiche, poliuretaniche, acriliche, poliestere, poliviniliche ecc… Ognuna di esse possiede caratteristiche specifiche.
Generalmente le fibre sintetiche sono impiegate in filature miste per migliorare l’usabilità e la resistenza delle fibre naturali, oppure combinate tra loro per dare vita a nuovi materiali altamente tecnologici come la microfibra, ottenuta dalla combinazione di fibre sia sintetiche come il poliestere o l’acrilico, che artificiali come la viscosa.
Microfibra.
Prodotto dell’alta tecnologia, il tessuto in microfibra è prodotto con fibre di derivazione sintetica o artificiale, a seconda della composizione. Questo è caratterizzo da fibre il cui diametro è inferiore a 6-7 micron che le conferiscono leggerezza e alta coibenza termica. La trama molto fitta assicura un’ottima traspirazione, lavabilità ed impermeabilità, oltre che buona resistenza, flessibilità, praticità e resistenza allo sporco.
Morbida e traspirante, disponibile in tantissimi colori, per il suo aspetto scamosciato e vellutato e le sue caratteristiche tecniche, la microfibra è molto utilizzata nell’arredamento per i rivestimenti di sedute e imbottiture di divani e poltrone, anche perché ha un prezzo inferiore a quello dell’Alcantara®.
La microfibra non va esposta troppo al sole, ed è elettrostatica, per cui attira ed assorbe la polvere e i peli degli animali. Facilmente lavabile in lavatrice, se si macchia, andrebbe pulita prima che la macchia secchi.
Va precisato che con il termine “microfibra” non è indicata una fibra tessile in particolare. In base alla legge di etichettatura tessile n°194 del 1999, il termine può essere usato solamente per accompagnare il nome del polimero che la costituisce. Ad esempio 100% poliestere microfibra e non 100% microfibra.
Alcantara®.
L’Alcantara® assomiglia alla pelle scamosciata ma in realtà si tratta di un tessuto sintetico. Resistente, morbido e dall’aspetto cangiante, questo tessuto è disponibile in moltissimi colori e, a differenza della più economica microfibra, si trova con diverse lavorazioni, dalle stampe, ai ricami, alla goffratura.
Utilizzato per rivestire divani, poltrone, sedie e pouf, l’Alcantara® può essere trattato per diventare ignifugo. Purtroppo non è un tessuto economico e richiede una certa manutenzione da eseguire con attenzione.
Va spolverato delicatamente e spesso con un panno bianco asciutto, in modo da non trasferire alcun colore sull’Alcantara®. Vietato l’uso di apparecchi a vapore.
L’Alcantara® è lavabile in lavatrice a 30 gradi, con sapone delicato, senza centrifuga e senza candeggio. La stiratura va effettuata interponendo un panno bianco tra il tessuto ed il ferro da stiro.
Altre fibre sintetiche.
- Il Nylon o Poliammidica è una fibra sintetica dall’aspetto lucido e brillante, molto resistente ad usura e strappi.
- Il Poliestere o Pile è una fibra sintetica morbida e calda molto diffusa. Non richiede particolari accortezze nel lavaggio e di solito non richiede di essere stirata.
- L’Acrilico è una fibra sintetica di aspetto simile alla lana. Morbida, voluminosa e calda, non gualcisce, resiste alla luce e agli agenti atmosferici.
Tutte queste fibre sono spesso impiegate insieme alle fibre naturali per ottenere tessuti più resistenti e brillanti o per facilitarne la stiratura.
Pelli naturali e sintetiche.
Pelle naturale.
La pelle naturale pur non essendo un tessuto la si può considerare una fibra animale. Questa materia prima pregiata ha diversi impieghi nell’arredamento dove, tinta di vari colori, è usata nei rivestimenti di divani e poltrone.
La pelle è caratterizzata da una naturale resistenza alla penetrazione e presenta proprietà di aerazione e di termoregolazione. Delicata risulta quella scamosciata, in quanto si macchia facilmente ed assorbe la polvere.
Le pelli più pregiate sono quelle dall’aspetto più naturale cioè quelle che presentano alcuni “difetti” connaturati: differenti tonalità di colore,piccoli segni naturali, leggere venature e imperfezioni. Questo tipo di pelli tendono a modificare il proprio colore sotto l’azione della luce. In ordine di pregio le pelli naturali possono elencarsi in questi tipi:
- Pieno fiore
- Fiore
- Rifinita a pigmento
- Pull-up (oliata)
Le pelli sono ottenute dalla concia della pelle di diversi animali destinati alla macellazione, procedimento che, dalla preistoria ad oggi si è affinato nel tempo, fino a divenire un complesso procedimento industriale dall’impatto notevole sull’ambiente a causa dei sali di cromo impiegati per rendere il prodotto finito morbido e resistente. Per tale motivo alla pelle sarebbe meglio preferire l’ecopelle se non addirittura la pelle rigenerata. L’ecopelle non va confusa con le pelli sintetiche definite erroneamente con lo stesso nome. Si tratta di una vera pelle di animale conciata con metodi rispettosi dell’ambiente,fissate dalla norma UNI 11427:2011.
Pelle rigenerata.
La pelle rigenerata, a dispetto del nome, non è una vera pelle. È definita con questo nome un prodotto ottenuto dall’aggregazione di scarti di lavorazione dei pellami sminuzzati finemente per mezzo di gomma e lattice naturale. L’impasto viene colorato e steso su una tela e successivamente sopra di esso vengono impresse le rugosità tipiche della pelle.
Tra i vantaggi del rivestimento in pelle rigenerata vi è senza il dubbio il costo basso e anche il fatto che una buona pelle rigenerata può confondersi facilmente con la vera pelle, rappresentando così un ottima scelta sotto il profilo etico se proprio si desidera un prodotto “in pelle” senza avere sulla coscienza nessun animale.
Ecopelle o Similpelle?
Correntemente il termine ecopelle è associato erroneamente alla pelle di origine sintetica. Come detto prima l’ecopelle è una pelle di origine animale conciata con metodi a basso impatto ambientale.
I vantaggi dell’ecopelle sono oltre al minore impatto ambientale, caratteristiche visive e tattili identiche alla pelle cioè: colore non uniforme, imperfezioni e segni naturali, morbidezza al tatto, oltre alla lunga durata che caratterizza il prodotto naturale. Di contro il costo di produzione e quindi di vendita è più elevato rispetto alla normale pelle, cosa che la rende difficile da reperire. In oltre necessità di manutenzione costante e risente maggiormente dell’azione della luce che ne può cambiare il colore assai facilmente.
La similpelle, conosciuta anche con i nomi di finta pelle o vinilpelle non ha nessuna componente di origine animale. Questo tipo di rivestimento è assimilabili ai tessuti, essendo costituito da uno strato sottile di resina poliuretanica steso su un supporto in tela di cotone o di fibra sintetica. Tramite pressatura sono incise le varie texture che la fanno somigliare alla vera pelle.
Costo basso rispetto alla pelle, nessuna alterazione con l’esposizione alla luce, facilità nella pulizia perché idrorepellente, rendono vantaggioso il suo impiego al posto della vera pelle, ma rispetto ad essa non traspira, tende a deteriorarsi con l’uso e naturalmente manca della morbidezza tipica della pelle naturale.
Per conoscere come smacchiare ogni tipo di tappezzeria leggete questo articolo!
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